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L'idea e la preparazione 2010 | viaggio 2010

L'idea e la preparazione 2010


- L'idea
- Gli obiettivi
- Il cavallo
- Gli Tsaatan
- Equipaggiamento
 
 
 
L'IDEA 

Ho sempre sognato di baciare la mia armonica sotto un cielo stellato. Suonare al mio cavallo l'ultima ninna nanna prima che le faville ballerine si addormentassero sopra un letto di brace. Attraversare lande deserte e guadare fiumi impetuosi alla ricerca di popoli sconosciuti che dormissero in piccole tende color crema immerse in vaste distese d'erba iridescente. Sciamani e lupi, libertà ed avventura. In fondo, ho sempre sognato la Mongolia.

E quando in biblioteca, tra alcuni grossi volumi polverosi, scorsi un piccolo libricino con cavalli ed immense praterie sulla copertina, non potei fare a meno di prenderlo e cominciare a leggerlo. Fu in tal modo che scoprii gli Tsaatan, gli Uomini Renna, l'ultimo popolo ancora dimenticato dal Nuovo Mondo. E fu in tal modo che cominciò, quindi, la mia avventura.

 
 
GLI OBIETTIVI

Il mio obiettivo primario era raggiungere gli Tsaatan a cavallo. Tuttavia, ben presto se ne aggiunsero alcuni altri. In breve questi erano i miei obiettivi: 
  1. Partire a cavallo da Moron, piccola cittadina dispersa nella steppa occidentale mongola, per raggiungere dapprima la regione del lago Khovsgol, quindi attraversare le montagne alla volta dell'inospitale depressione di Darkhad, ed infine raggiungere la taiga settentrionale, dove si celano gli Tsaatan. Il tutto in solitudine ed in completa autonomia (tenda, cibo, etc...).
  2. Attraversare il Deserto dei Gobi a bordo di un vecchio vagone ferroviario della linea transmongolica.
  3. Scalare il Taishan, la montagna più sacra di tutta la Cina.

  4. Documentare dettagliatamente tutto il viaggio tramite fotografie e brevi video.
  5. Prestare aiuto e sostegno ovunque fosse necessario. Purtroppo, in molti casi, limitatamente a quanto consentito dal mio piccolo budget.
  6. Vivere la libertà!


IL CAVALLO

Sono rimasto assolutamente sorpreso dalla resistenza e dal vigore dei cavalli mongoli. Sono piccoli ma robusti, direi quasi "indistruttibili". Sono amici con cui ho fatto cose che con nessun altro avrei potuto fare...
Ho comprato il mio cavallo a Moron per 250.000 tughrik (all'epoca circa 130 euro) da Galà, un simpatico ragazzo mio coetaneo che vive nelle steppe. L'ho conosciuto grazie a Chuka, la sua ex-maestra delle elementari. Le contrattazioni mongole sono un po' lunghine... mi sono dovuto fermare la notte ospite nella sua tenda. Ma è stata una delle più belle esperienze che custodisco. Con Galà avevo un ottimo accordo: se fossi tornato a Moron gli avrei rivenduto il cavallo, ormai dimagrito da un mese di viaggio, a 100 euro. Galà ama i sui cavalli.
Chiamai il mio destriero Artax, come quello di Atreiu. Era bianco con una criniera corta, docile e mansueto. Abituato a vivere nelle steppe, quando raggiungemmo il Lago Khovsgol, uno dei più grandi del mondo, per i primi giorni si dimostrò un po' impaurito da quell'enorme distesa d'acqua. Poi si tranquillizzò.
Purtroppo, in una fredda notte piovosa, Artax mi fu sottratto da alcuni ladri di bestiame. La storia su come ciò avvenne è molto interessante ma anche piuttosto lunga, quindi vi rimando alla lettura del diario di viaggio. Ad ogni modo, dopo quella notte, il mio viaggio divenne ancor più avventuroso.
Riuscii comunque a procurarmi altri due cavalli, questa volta in prestito, con cui raggiunsi gli Tsaatan.

I cavalli mongoli fanno al passo circa 4-6 km/h, al trotto 7-11 km/h, al galoppo dipende molto dal cavallo. Ogni giorno è possibile fare circa 50-60 km con cavalcate di 7-8 ore, ma molto dipende dal terreno (nella steppa si può fare anche di più). Sembra incredibile ma i cavalli mongoli sono abituati ad andare quasi sempre al trotto, terreno permettendo (nella steppa i 2/3 del tragitto giornaliero li percorrevo al trotto). É quindi essenziale legare bene le bisacce ed organizzarne il contenuto in modo che nulla, con i sobbalzi, possa ferire l'animale o lacerare le borse. In estate, nella Mongolia settentrionale, i cavalli troveranno quasi ovunque erba con cui sfamarsi e fiumi dove abbeverarsi. Unica eccezione rappresenta la taiga, dove la scarsità di erba (il terreno è coperto quasi esclusivamente da muschi e cespugli) costringe a limitare la propria permanenza in tali luoghi a non più di 1-2 notti.

 
 
GLI TSAATAN
 
Gli Tsaatan sono un popolo nomade di antiche origini che vive nella provincia del Hôvsgôl, in Mongolia, tra le conifere della taiga. La parola tsaatan significa in lingua mongola uomo-renna. La sopravvivvenza degli Tsaatan, infatti, dipende totalmente dall'allevamento delle renne: la loro carne ed il loro latte sono gli unici alimenti di tutto il popolo. La pelle delle renne, inoltre, è utilizzata per le calzature e per le tende e le corna sono una preziosa merce di scambio. La renna per i Tsaatan è sacra: quella più vecchia viene eletta spirito-guida della famiglia ed è ornata con nastri colorati.
Gli Tsaatan compiono anche sei migrazioni ogni anno ed il nuovo terreno dell'accampamento viene benedetto con latte di renna.
Attualmente gli Tsaatan sono rimasti solamente in 180.
(fonte: Wikipedia 2010)
 
Qualche anno fa Hamid Sardar ha girato un bellissimo documentario sugli Tsaatan, "Tracking the white reindeer", che potete vedere cliccando qui
  
 
EQUIPAGGIAMENTO

Ho optato per portare dall'Italia quasi tutto, ad eccezione del materiale da equitazione che è più conveniente acquistare al Black Market di Ulan Bator.
Quella che segue è la mia “gear list”:

MATERIALE PER IL CAVALLO:
  • Sella in pelle dell'esercito russo. Acquistabile al Black Market per circa 30 euro. Così bella che me la sono portata in Italia (avreste dovuto vedere le facce dei pechinesi quando presi la metropolitana con lo zaino e la sella a tracollo). Dimenticate le selle mongole: sono fatte totalmente in legno...
  • Staffe (quelle mongole incluse generalmente con la sella sono molto comode).
  • Sottosella (io ne avevo uno di lana a sette strati).
  • Cavezza (può essere fatta al momento con una fettuccia).
  • Morso separabile dalla cavezza (non portatelo da casa, i cavalli mongoli non sono abituati a quelli usati in Italia).
  • Briglie.
  • Frustino (può anche consistere in un ramoscello od in una striscia di cuoio).
  • Una corda di 10-15 metri ed un picchetto di legno di circa 20 cm (serve a legare il cavallo durante la notte). Alla corda è meglio applicare un gancetto rotante che eviti torsioni della stessa.
  • Un po' di fettucce.
  • 2 bisacce in tela robusta e di buona qualità (acquistabili al Black Market per circa 12 euro).
  • 1 cordino per legare meglio le bisacce.
  • 2 rain covers per le bisacce (se non sono già impermeabili).
  • Un repellente per gli insetti per dare al cavallo un po' di sollievo dalle zanzare quando necessario.
  • Nessuna spazzola né ferri agli zoccoli. Non servono.

MATERIALE PER IL CAVALIERE:
  • Stivali da equitazione (ricca scelta al Black Market)
  • Io avevo anche un pantaloncino imbottito da ciclista da indossare sotto i blue jeans... le cavalcate possono essere lunghe ed estenuanti.
  • Indumenti traspiranti.
  • Rayban con lenti polarizzate.
  • Guanti in pile.
  • Scarponcini in goretex.
  • Calzini in lana tecnici.
  • Shell Jacket GoreTex.
  • Rain Pants GoreTex.
  • Wind stopper.
  • K-Way
  • Fascia per le orecchie (o cappello di lana).
  • Cappello da cowboy! :-)
  
EQUIPAGGIAMENTO DA CAMPEGGIO:
  • Tenda T2 Ultralight Pro monoposto. Peso 1,8-2,0kg. Piccola e leggera.
  • Saccoletto: per temperature glaciali! (con compression bag).
  • Materassino autogonfiante. Avevo un 3/4 per risparmiare spazio e peso. Con kit di riparazione.
  • Fornello multi-combustibile Kovea Booster +1 (a gas e kerosene). Piccolo e completo. Lo considero migliore dell'MSR XGK. Ha funzionato senza problemi con la benzina mongola (comunque la filtravo). Completo di bottiglia del carburante e kit di riparazione.
  • Schermo antivento in alluminio ripiegabile (si risparmia circa il 25% di kerosene).
  • 3 accendini (ognuno conservato in un posto diverso).
  • 2 borracce da 1 litro.
  • Coltellino svizzero (ovviamente geniale!).
  • Gavetta e forchetta (niente cucchiaio per risparmiare peso).
  • Qualcosa per purificare l'acqua dei fiumi (io avevo delle compresse a base di cloro).
  • Multivitaminici (i miei pranzi erano costituiti principalmente da noodles disidratati e formaggio essiccato. Qualche volta avevo a disposizione del cioccolato).
  • Torcia a leds a lunga durata da applicare sulla fronte.
  • Cordino.
  • Lucchetto piccolo (utile anche per chiudere la tenda).
  • Nastro adesivo.

TOPOGRAFIA E VARIE:
  • GPS cartografico Etrex Vista con altimetro barometrico. Avevo 6 batterie ricaricabili di scorta da 2650mAh e relativo caricabatteria. É necessario avere delle batterie di buona qualità perché il freddo le mette a dura prova. Devono inoltre essere a lunga durata (NiMH) poiché non si ha la possibilità di ricaricarle molto spesso.
  • Mappe (ottime mappe topografiche in scala 1:500000 sono acquistabili al Map Shop di Ulan Bator a 5 USD l'una. Controllate però che siano stampate correttamente. Per il mio viaggio erano necessarie la 47B e la 47G. Sono in caratteri cirillici, quindi ricordatevi, prima di partire verso l'avventura, di far tradurre da qualcuno la legenda).
  • Altro materiale topografico (bussola, coordinatometro, etc...).
  • Palmare (utile anche per digitalizzare vari documenti cartacei).
  • Diario di viaggio.
  • Penna.
  • Macchina Fotografica (meglio se con batteria di riserva: fuori dai principali villaggi è difficilissimo trovare corrente a 220V; i nomadi usano piccoli pannelli solari e batterie a 12V. I black-out sono ovunque molto frequenti).
  • Treppiede.
  • Guide.
  • Libro di lettura.
  • Orologio
  • Accessori bagno.
  • Crema solare! Almeno per i primi giorni.
  • Una maglietta per la vita civilizzata.
  • Biancheria intima.
  • Documenti e soldi (Tughtik! Eccetto che a Ulan Bator, Moron e pochi altri posti non é possibile cambiare dollari od euro).
  • Medicine e First Aid Package ben fornito. Incluse le compresse di metronidazole contro la Giardia (vd. anche le linee guida della OMS). Molti cerotti... anche perché è probabile che alcuni ve li chiedano i nomadi. Avevo anche l'antimalarico (Lariam) ma non l'ho usato. Infine, essenziali, potenti antibiotici ad ampio spettro (es. amoxicillina).
 
CHE COSA NON HO PORTATO MA PORTEREI LA PROSSIMA VOLTA:
  • Una vera macchina fotografica (le foto che ho pubblicato su questo sito sono state scattate con una piccola ed ottima compatta, ma sento la mancanza di una vera reflex digitale). Anche perchè durante il viaggio mi si è rotta la messa a fuoco...
  • Un piccolissimo pannello solare potrebbe essere utile.
 

Mongolia, depressione di Darkhad 
 
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