L'idea e la preparazione 2007

 
 
 
L'IDEA

Nella primavera del 2006 ero di ritorno dalla Cambogia. Avevo 21 anni ed il mio aereo sorvolava l'Himalaya. Nella mia mente danzavano ancora veloci i ricordi dell'Indocina ma, non appena volsi lo sguardo all'esterno di quel piccolo oblò, fui fulminato dalla bellezza di un paesaggio straordinario. Immense distese deserte di terra arida solcata dagli ampli letti di fiumi in secca. Cime argentee all'orizzonte, alte, maestose, guardiane del Tibet.
Fui immediatamente sopraffatto da uno strano desiderio. Desiderio di solitudine, desiderio di spiritualità, desiderio di avventura.
Fu proprio in quel momento che decisi senza esitazione quale sarebbe stata la mia prossima meta: il “Tetto del Mondo” mi aspettava.

E' trascorso più di un anno dall'idea alla realizzazione. Il progetto originario ha lentamente preso forma, ha assunto consistenza.
Il nucleo originario del viaggio era senz'altro costituito dal Tibet, ma poi si é gradualmente ampliato fino a comprendere ben 6 Paesi. E dopo un'attenta riflessione ho anche scelto il mio compagno di viaggio: una mountain bike.
A tal punto la mia avventura si configurava ormai come una sfida. Con la bicicletta avrei percorso parte del Laos e valicato la catena himalayana fino a Kathmandu. La restante parte del viaggio l'avrei compiuta con altri mezzi di terra.
 
 

GLI OBIETTIVI

Il mio obiettivo principale era, ed é stato, l'attraversamento dell'Himalaya in bicicletta. Tuttavia ad esso si sono accompagnati altri importanti obiettivi.
In breve sintesi tali erano i miei scopi:

  1. Attraversare l'Himalaya in bicicletta da Lhasa a Kathmandu (con delle deviazioni nel Tibet settentrionale ed occidentale nonché presso il Campo Base Everest a quota 5200m) in assoluta solitudine ed in completa autonomia (tenda, cibo, etc...). Più di 2000km ad un'altitudine media di oltre 4000m.
  2. Esplorare l'estremo Laos meridionale in mountain bike attraversando il famoso altopiano di Bolaven.
  3. Viaggiare da Bangkok a Bombay, nei tratti non percorsi in bicicletta, tramite i mezzi di terra utilizzati dalla popolazione locale (no turist buses, etc...). 

  4. Portare notizie del mondo esterno (e quindi confronto e speranze) alle popolazioni di quei Paesi che, in ragione delle loro tiranniche forme di governo, permangono in uno stato di quasi assoluto isolamento (es. Birmania). Raccogliere inoltre materiale e testimonianze per documentare tali situazioni di oppressione ai media occidentali.
  5. Documentare dettagliatamente tutto il viaggio tramite fotografie e brevi video.
  6. Prestare aiuto e sostegno ovunque fosse necessario. Purtroppo, in molti casi, limitatamente a quanto consentito dal mio piccolo budget da studente.
  7. Vivere il mio sogno!


PREPARAZIONE ATLETICA

Ogni sfida estrema richiede un'adeguata preparazione atletica. Soprattutto se essa verrà affrontata in assoluta solitudine, senza alcuna possibilità di ricevere aiuto esterno in caso di necessità.
L'altopiano tibetano é infatti immenso, scarsamente popolato (direi quasi deserto), e con condizioni ambientali estreme. L'escursione termica tra il giorno e la notte é elevata, mentre l'altitudine media é di più di 4000m s.l.m.. Quest'ultimo é un importante fattore da tenere in considerazione poiché in quota si perde in forza la percentuale di ossigeno che manca. Ciò significa che, ad esempio, al Campo Base Everest (quota 5200m), dove c'é il 55% di ossigeno, si dispone del 55% della forza aerobica che si ha al livello del mare. E ciò si sente quando si pedala in salita!

E' dunque essenziale una adeguata preparazione atletica, oltre che un adeguato periodo di adattamento in alta quota (prima di muovermi in bicicletta ho infatti trascorso a Lhasa, a quota 3650m, una settimana senza grandi sforzi).
A Milano ho seguito una speciale preparazione atletica presso il famoso centro Physioclinic. Potete visitare la pagina degli sponsors & supporters per maggiori informazioni.
 


EQUIPAGGIAMENTO

In una simile impresa la propria vita é affidata, oltre che alle proprie capacità ed alla propria determinazione, anche alla qualità del proprio equipaggiamento. E bisogna considerare che é difficile procurarsi equipaggiamento di buona qualità nei Paesi oggetto del mio viaggio. Ho quindi optato per il portare dall'Italia tutto il materiale che non sarei stato in grado di trovare a Beijing. In ogni caso é necessario portare solo il minimo indispensabile; solo ciò che é assolutamente vitale. Ho capito di essere sulla buona strada quando ho cominciato a misurare il peso in grammi piuttosto che in chili!
Quella che segue é la mia “Gear List”:

BICICLETTA:
  • Iron Horse Maverick DS Pro '06. Biammortizzata. Mi é stata gentilmente fornita dall'Iron Horse Italia. Visita la pagina degli sponsors & supporters per maggiori informazioni. Probabilmente é stata la prima biammortizzata al mondo ad attraversare l'Hymalaia. Robusta, comoda, affidabile, indistruttibile. Sarà la mia scelta anche per il futuro.
  • Telaio: 4'' Travel XC Doppia sospensione, perno singolo.
  • Ammortizzatore posteriore: Tough Shock FD R Coll 6,5''x1,5''. E' una sospensione a molla, con regolazione del rimbalzo, che mi avrebbe consentito di concludere l'impresa anche nell'ipotetico caso di una rottura del pistone centrale (al contrario di un ammortizzatore idraulico).
  • Forcella: Manitou Trace, 100mm Travel.
  • Manubrio: in alluminio.
  • Sella: WTB Speed V Sport SE. Molto comoda!
  • Cambio: Shimano Alivio Rapidfire.
  • Deragliatore posteriore: Shimano Alivio.
  • Deragliatore anteriore: Shimano FD-C050
  • Freni: a disco. HAYES MX-2 W/ 6''. Sistema meccanico. Il sistema idraulico sarebbe infatti stato impossibile da riparare in Tibet in caso di guasto.
  • Cassetta: Shimano HG-30 12-32 8 velocità.
  • Pneumatici: IRC Mythos XC 26x2.10. Durante il viaggio ho cambiato il pneumatico posteriore, che si era leggermente rovinato, con il Continental Vapor che mi ero portato di scorta.
  • Pedali: Wellgo in alluminio e resistenti.

EQUIPAGGIAMENTO BICICLETTA:
  • GPS cartografico Etrex Vista con altimetro barometrico. La staffa sul manubrio mi ha permesso di utilizzarlo anche come computer di viaggio. Avevo 6 batterie ricaricabili di scorta da 2650mAh e relativo caricabatteria. É necessario avere delle batterie di buona qualità perché il freddo le mette a dura prova. Devono inoltre essere a lunga durata (NiMH) poiché non si ha la possibilità di ricaricarle molto spesso.
  • 2 resistenti borracce in alluminio da 1 litro ciascuna ed un buon thermos da 500ml. Quest'ultimo é essenziale se si vuole conservare caldo il tè al burro di yak.
  • Portapacchi e borse: ho usato un portapacchi posteriore in alluminio con innesto sulla sella. Non mi ricordo la marca, ma si é rivelato resistentissimo. La mattina comunque lo lasciavo scaldare sotto i raggi del sole per non sottoporlo a sollecitazioni quando ancora gelido. Ho fatto fare da un fabbro a Beijing delle apposite “ali” d'acciaio che consentissero l'aggancio delle 2 borse laterali. Non ho utilizzato alcun portapacchi anteriore ma solo una borsa agganciata sul manubrio. La prossima volta però ne monterò uno anteriore per poter trasportare più cibo oltre che materiale fotografico e video professionale.
  • Uno zaino (con portacomputer) da agganciare sopra il portapacchi posteriore.
  • 4 raincovers per le borse (zaino, 2 borse posteriori, borsa al manubrio). Nonostante le borse fossero impermeabili, i raincovers sono molto utili contro la polvere. Così di notte potevo mettere le borse dentro la tenda e lasciare i raincovers fuori.
  • Elastici (peraltro utili anche come tiranti aggiuntivi per la tenda) e cinturini a strappo.

ACCESSORI BICICLETTA:
  • Set completo di utensili per la manutenzione della bicicletta comprese le chiavi Alien.
  • Pompa.
  • Tagliacatena.
  • Faro anteriore potente e luce al led posteriore.
  • 3 portaborraccia (2 per l'acqua ed 1 per il kerosene del fornello).
  • Catena per evitare il furto della mia cara bici!

PARTI DI RICAMBIO (necessarie poiché in Tibet, in caso di guasto o rottura, non si trova nulla):
  • Nastro adesivo.
  • Kit (grande) per forature.
  • Pneumatico (Continental Vapor 26x2.10 F/R).
  • 4 Camere d'aria con valvola Presta portate dall'Italia. In Cina é difficile trovare camere d'aria con valvole che non siano Schrader. Senza contare che le camere d'aria cinesi si bucano subito. Se si é fortunati si riesce a trovare qualcosa di decente prodotto a Taiwan.
  • Bulloni.
  • 4 Pastiglie del freno a disco (che comunque non ho avuto necessità di cambiare).
  • 5 raggi.
  • 5 maglie della catena.
  • Grasso.
  • Olio spray.
  • Cavo freno.
  • Cavo deragliatore.
  • Filo d'acciaio, 2m (per le riparazioni impossibili).
  • Colla ultraforte a 2 componenti (un must).
  • Levacopertoni.

VESTITI TECNICI:
  • Alessandro Carraro mi ha gentilmente fornito degli indumenti tecnici Nike di ultima generazione specificamente studiati per l'attività ciclistica. I vestiti Nike Fit Dry e Nike Pro Vent, oltre a garantire una migliore traspirazione, mi hanno anche protetto dai pericolosi raggi UV che sono particolarmente forti ad alta quota. Non c'è che dire, estremamente comodi! Puoi visitare la pagina degli sponsors e supporters per maggiori informazioni.
  • Rayban con lenti polarizzate.
  • Pantaloncino imbottito da ciclismo da indossare sotto i pantaloni lunghi tecnici (in Tibet non vedono di buon occhio chi se ne va in giro con i pantaloncini corti...).
  • Guanti da ciclismo.
  • Guanti in Goretex con fleece interno.
  • Scarponcini in goretex.
  • Calzini in lana tecnici.
  • Shell Jacket GoreTex.
  • Rain Pants GoreTex.
  • Wind stopper.
  • Cappello da cowboy! :-)

EQUIPAGGIAMENTO DA CAMPEGGIO:
  • Tenda T2 Ultralight Pro monoposto. Peso 1,8-2,0kg. Piccola e leggera.
  • Saccoletto: per temperature glaciali! (con compression bag).
  • Materassino autogonfiante. Avevo un 3/4 per risparmiare spazio e peso. Con kit di riparazione.
  • Fornello multi-combustibile Kovea Booster +1 (a gas e kerosene). Piccolo e completo. Lo considero migliore dell'MSR XGK. Ha funzionato senza problemi con la benzina cinese (comunque la filtravo). Completo di bottiglia del carburante e kit di riparazione.
  • Schermo antivento in alluminio ripiegabile (si risparmia circa il 25% di kerosene).
  • 3 accendini (ognuno conservato in un posto diverso).
  • Coltellino svizzero (ovviamente geniale!).
  • Gavetta e forchetta (niente cucchiaio per risparmiare peso).
  • Iodine per la potabilizzare l'acqua dei fiumi (la Giardia é un vero problema in Tibet!). Dato che non so leggere il cinese ho dovuto rispolverare le mie nozioni di fisica del liceo per calcolare il numero di moli contenute in una goccia e per comprendere quante gocce di Iodine avrei dovuto mettere in ogni litro d'acqua.
  • Multivitaminici (i miei pranzi erano costituiti principalmente da noodles disidratati e formaggio essiccato di yak. Qualche volta avevo a disposizione le gallette ipercaloriche dell'Esercito Popolare di Liberazione).
  • Torcia a leds a lunga durata da applicare sulla fronte.
  • Cordino.
  • Lucchetto piccolo (utile anche per chiudere la tenda).

VARIE:
  • Computer Apple iBook G4 12 pollici (l'ho comprato ad Hong Kong poiché era in offerta ma mi é stato comunque utile per digitalizzare vari documenti cartacei ed archiviare le foto). Con cuffie.
  • Materiale topografico (bussola, mappe, altimetrie, coordinatometro, etc...).
  • Diario di viaggio.
  • Una penna che scriva anche ad alta quota.
  • Macchina Fotografica.
  • Treppiede.
  • Guide.
  • Libro di lettura.
  • Cellulare (da usare soprattutto come sveglia. Non prendeva quasi mai la linea).
  • Orologio
  • Accessori bagno.
  • Crema solare! Almeno per i primi giorni.
  • Una maglietta per la vita civilizzata.
  • Biancheria intima.
  • Fascia a strappo per evitare che il pantalone si sporchi con la catena.
  • Documenti e soldi (Yuan! Eccetto che a Lhasa e pochi altri posti non é possibile cambiare dollari od euro).
  • Medicine e First Aid Package ben fornito. Incluse le compresse di metronidazole contro la Giardia(vd. anche le linee guida della OMS). Io ho portato anche, in caso di assoluta emergenza, delle tavolette di furosemide contro l'AMS. Avevo anche l'antimalarico (Lariam). In Tibet non c'é malaria, ma prima di raggiungere l'altopiano ho attraversato vari Paesi a rischio malaria. Infine, essenziali, potenti antibiotici ad ampio spettro (es. amoxicillina).

CHE COSA NON HO PORTATO MA PORTEREI LA PROSSIMA VOLTA:
  • Berretto di lana o fascia per le orecchie.
  • Videocamera.
  • Un palmare al posto del notebook.
  • Portapacchi anteriore con relative borse (soprattutto per poter portare più cibo).
 

Sulla strada per il Campo Base Everest



Tibet, Friendship Highway
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