Nagatze-Gyantse report (10/10-11/10) (in bicicletta)

 

La Friendship Highway meridionale, dopo aver costeggiato le placide acque del grande Lago Scorpione, devia a ovest arrampicandosi verso il Karo La, un passo situato a 5051m di altitudine ed attorniato da immensi ghiacciai sempiterni. Da qui ripiega poi a sud-ovest verso la splendida ed antica cittadina tibetana di Gyantse, adagiata in una calda e fertile valle.

Altimetria Nangartse - Gyantse

Lago, Tibet10/10/2007: piedi del Karo La – 15km crc. prima di Gyantse (tenda in N 28° 50.623' – E 089° 47.171' ; elevazione 4207m; pressione atmosferica 610.2mb)

In moto: 5h55m
In sosta: 1h13m
Contamiglia: 68,61km
Velocità Max: 61,1km/h
Velocità Media: 11,6km/h
Ascesa totale: 653m
Passi: Karo La (5051m); Simi La (4359m)

É stata una giornata molto piacevole trascorsa attraversando paesaggi vari ed inconsueti. Dapprima gli imponenti bianchi ghiacciai che coronano le bandiere di preghiera del Karo La (5051m), poi la deserta Namru Chu Valley dove la strada é diventata improvvisamente sterrata e dissestata. In questa valle il paesaggio é così differente da quanto prima la aveva preceduta che più volte mi é sorto il dubbio di aver sbagliato strada. Le bianche cime ghiacciate del Karo La avevano infatti lasciato il posto ad una valle immensa e quasi  deserta, dove la terra e la vegetazione arida avevano entrambe lo stesso color giallo sabbia. Spesso, nei piccoli villaggi che attraversavo, una folla di adulti e bambini abbandonavano la trebbiatura per correre sulla strada per salutarmi. Il vento impetuoso, freddo e secco sollevava, a volte, turbini di polvere. Infine, uscito dalla valle, ho costeggiato dall'alto l'imponente lago artificiale creato dalla diga cinese nei pressi del Simi La (4330m). Molte critiche sono state sollevate su questo progetto idrico del governo cinese, sia poiché esso sta prosciugando uno dei laghi più sacri dell'Altopiano secondo il buddismo tibetano, sia poiché tale opera avrebbe già avuto drammatici effetti sull'equilibrio naturale del luogo.


11/10/2007: 15km crc. prima di Gyantse – Gyantse (locanda in N 28° 54.533' – E 089° 36.037' ; elevazione 4000m crc.)

Gyantse é una cittadina meravigliosa!
Ho percorso velocemente i pochi chilometri che mi separavano da essa, pedalando impazientemente finché finalmente, in lontananza, non mi é apparso, maestoso, il suo famoso forte diroccato. Tra la collina dove sorge il forte e quella dove sorge il monastero si estende l'antico quartiere tibetano. Nei suoi vicoli si respira un'atmosfera quasi surreale, sicuramente medioevale. Le vacche legate all'ombra delle case nei viali lastricati di pietra, gli anziani incartapecoriti che mungono le mucche mentre giovani scolare, nelle loro divise celesti, giocano saltellando allegramente sotto un sole caldo ed intenso. Ma il cuore di Gyantse é il suo monastero: il grande Kimpun, unico nel suo genere, in verità mi ha un po' ricordato, almeno inizialmente, le antiche rovine di Bagan (Birmania). Dalla parte alta del complesso monastico la vista abbraccia la fortezza, il quartiere tibetano e si estende a tutta la fertile valle che circonda la città. É un paesaggio un po' inconsueto per l'arido Tibet!..
Questa sera ho fatto un esperimento. Mentre passeggiavo in prossimità del mercato ho notato un piccolo negozio al cui interno si producevano a mano tagliolini all'uovo. Nel negozio avevano quindi sia uova sia tagliolini. Nei miei bagagli avevo sia del burro di yak sia del sale. 2+2=...pasta alla carbonara! Non mangiavo pasta da mesi... non ho resistito... Questa sera, nella mia spartana stanzetta, ho montato il mio fornello a kerosene, aperto la porta e tutte le finestre che si affacciano sulla piazza cittadina, ed ho cucinato la mia carbonara (senza pancetta pero!). Ovviamente il risultato non si poteva in alcun modo definire “pasta alla carbonara”, ma ha comunque fatto la mia felicità...
Mentre gustavo la mia cena ho visto, dalla finestra, nella piazzetta cittadina illuminata dalla fioca luce arancione di un lampione, una scena piuttosto insolita. Due cani randagi hanno cominciato ad abbaiare l'uno contro l'altro e, nel giro di pochi minuti, decine di altri cani sono giunti ad assistere a tale “conversazione”. A questo punto gli animali hanno interpretato, almeno ai miei occhi, comportamenti quasi umani. Sembrava quasi che la “conversazione” si fosse allargata, che fosse sfociata in litigio, che alcuni cani tentassero di placare gli animi e dividere i gruppi avversi che si erano formati. Una scena molto insolita... :-)

 

Gyantse
 

 

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