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Lhatse-Everest Base Camp-Tingri report (23/10-28/10) (in bicicletta) | Tibet

Lhatse-Everest Base Camp-Tingri report (23/10-28/10) (in bicicletta)


Tibet notteDopo essere ritornato a Lhatse avevo ormai un nuovo obiettivo: il Campo Base Everest mi aspettava. Non é cosa di tutti i giorni poter pedalare fino alla montagna più alta del mondo ed il mio cuore era già in fibrillazione per le grandi aspettative. Raggiungere il Campo Base Everest, a quota 5200m, sarebbe stato il coronamento della mia avventura in bicicletta e la realizzazione del mio sogno.

Il bivio per il Campo Base Everest si trova sulla Friendship Highway, poco dopo il villaggio di Shegar. Da tale bivio al Campo Base Everest vi sono 102km di strada sterrata in condizioni infernali. Ma dalla sommità del primo passo é già possibile ammirare, in lontananza, la bianca e maestosa parete nord dell”Everest. Appena ho raggiunto la sommità del passo il mio cuore affannato dalla lunga salita si é improvvisamente ghiacciato, impietrito di fronte alla magnificenza di tale spettacolo. Per alcuni secondi penso di aver persino dimenticato di respirare...
Poi la discesa senza freni e la folle corsa determinata dall'impazienza; nella mia mente non vi era altro spazio che per l'Everest.
 

Altimetria Campo Base Everest (EBC)

 

Strada EBC23/10/2007: Lhatse – poco dopo il Gyantso La (tenda in N 28° 49.035' – E 087° 19.480' ; elevazione 4825m ; passo superato Gyantso La, 5244m)

Ho fatto provviste a Lhatse e sono partito nelle prime ore del pomeriggio. Purtroppo ho sottostimato la difficoltà del percorso di oggi e solo alle 19:45 ho raggiunto la cima del Gyantso La (5244m). É l'altitudine più elevata che io abbia finora toccato. Dalla sommità era possibile ammirare, schierata come ad una parata, tutta la Catena Himalayana accarezzata dagli ultimi raggi ramati del sole. Purtroppo era molto tardi e le tenebre stavano ormai calando rapidamente su tutto l'altopiano. Credevo che sarebbe stato semplice scendere rapidamente di quota per montare la tenda sotto i 4500m. Tuttavia, subito dopo aver valicato il passo, un fortissimo vento gelido ha cominciato a soffiare in direzione contraria al mio senso di marcia annullando, di fatto, i benefici che sarebbero dovuti derivare dalla discesa. Ho continuato a pedalare per alcune ore nelle tenebre più assolute illuminate soltanto dalla traballante luce del mio fanalino ma il freddo, reso ancor più pungente dal forte vento, diventava ormai insopportabile. Vi erano probabilmente una decina di gradi sotto lo zero, ma il vento ne faceva percepire molti di meno... Ad un certo punto ho cominciato ad avere un dolore terribile all'addome ma ho comunque continuato la mia discesa per alcuni chilometri. Finalmente, con grande fatica, ho individuato vicino alla strada un piccolo pezzetto di terra che un basso terrapieno riparava dal vento impetuoso. Ero ancora a 4825m di quota, faceva molto freddo, ma non era possibile continuare la discesa. Ho montato rapidamente la tenda, mi sono infilato dentro il mio saccappelo ed ho mangiato alcune barrette di cioccolato, pronto per andare subito “a nanna”.

 

Bici, Tibet24/10/2007: base del Gyantso La – base del Pang La (tenda; elevazione 4634m)

In moto: 3h59m
In sosta: 47m
Contamiglia: 50,34km
Velocità Max: 43,7km/h
Velocità Media: 12,6km/h
Ascesa totale: 425m

Sono partito molto tardi aspettando che i raggi del sole sconfiggessero il freddo dell'altitudine. Tanto per darvi un'idea, questa mattina ho trovato tutti i miei indumenti, che avevo lasciato al mio fianco dentro la tenda, letteralmente ghiacciati, e così pure l'acqua della borracce che tenevo vicino a me. Per fortuna ho un buon saccappelo che mi ha permesso di dormire senza soffrire il freddo.
Sono partito alle 13:30 circa, diretto a Shegar, dove ho acquistato il permesso governativo (180Yuan) necessario per accedere all'area protetta dell'Everest. In verità avevo un certo timore che non me lo concedessero a causa delle recenti proteste all”EBC ed al contemporaneo Congresso del Partito Comunista a Beijing ma, nel caso così fosse stato, avevo già elaborato un piano per eludere il checkpoint di Chay. Non sarebbe certo stato il Congresso del Partito Comunista ad impedirmi di raggiungere l'Everest!..
Ho poi proseguito la mia strada imboccando il bivio per l'Everest ed accampandomi dopo 8km alla base del Pang La. Sotto di me si estendeva un oceano di vette colorate d'arancione dal tramonto. Ho preparato del tè col burro di yak contemplando il paesaggio...

 

Tenda Everest25/10/2007: base del Pang La – Passum (locanda)
Sono nel piccolo villaggio di Passum, assieme ad un gruppetto di tibetani che sta guardando   la televisione nella penombra della stanza. Sono, come al solito, l'unico straniero nel villaggio e questo pomeriggio, mentre passeggiavo, una folla di bambini nelle loro uniformi turchesi mi seguiva impegnandosi con qualche parola di inglese. Sullo sfondo, fiera e distante, la cima dell'Everest.
Ho visto per la prima volta la maestosa parete nord dell'Everest dalla sommità del Pang La, dove ho pranzato seduto su un muretto con vista sul tetto del mondo.

 


Andrea Aloi Rongpuk26/10/2007: Passum – Rongpuk – Campo Base Everest (tenda nel cortile del monastero di Rongpuk; elevazione 5010m)

Ho raggiunto l'Everest!
Sono partito alle 10:00 dal piccolo villaggio di Passum, dopo aver salutato alcuni bambini che avevo conosciuto ieri e che sono venuti questa mattina a svegliarmi nella stanza della locanda. Ho regalato loro della cioccolata.
Da Passum all'Everest le condizioni della strada peggiorano ed il percorso diventa sempre più simile ad una mulattiera. Tuttavia il tragitto rimane estremamente scenografico poiché, a tratti, tra un cima e l'altra affiora, in lontananza, la vetta innevata dell'Everest. Alle 17:00 circa ero ormai giunto a Rongpuk, il monastero più alto del mondo (5000m). L'Everest é lì, ormai vicino, con le sue nevi dorate dai raggi del sole. Dopo una breve pausa al monastero ho ripreso il cammino verso il Campo Base Everest (5200m) distante solo un'ora di pedalata (7km). In verità mi aspettavo di trovare tutt'altro: credevo che avrei visto decine di tende di varie spedizioni da ogni parte del mondo creare, ad oltre 5000m di quota, una piccola ed improvvisata comunità “multiculturale”. Credevo di poter respirare le ambizioni dei grandi scalatori, credevo di poter ascoltare, all'interno di una tenda, i racconti e le leggende che gravitano attorno all'Everest. Ma purtroppo, dopo le recenti proteste per un Tibet libero, dal Campo Base sono state bandite tutte le tende delle spedizioni (tranne una cinese). Questi luoghi si presentano quindi ora deserti ed inanimati, spogli e silenziosi. Felice di aver raggiunto la mia meta, ma un po' triste per quel che non ho trovato, ho deciso di far ritorno al Monastero di Rongpuk e di montare, per la notte, la tenda nel cortile. Da qui però la vista é magnifica: illuminato dalla luna piena l'Everest risplende, argenteo, all'orizzonte.

 

 Everest27/10/2007: Campo Base Everest – Chözang (tenda)

Grande giornata!
Ho fatto ritorno al Campo Base, per vederlo meglio. Mi sono spinto anche oltre, fino al torrente gelato che attraversa tutta la valle pietrosa che c'è dopo il Campo Base. Più oltre, con la bici, era impossibile inoltrarsi ed ho quindi proseguito a piedi fino ai rilievi creati dalla detriti portati dal ghiacciaio. Ho posato per la foto di rito dinanzi alla targa che riporta il nome e l'altitudine del luogo (il nome tibetano dell'Everest é Qomolangma).
Ho poi intrapreso la via del ritorno cercando di individuare l'inizio della scorciatoia che, attraversando il Lamna La, mi avrebbe portato fino a Tingri senza ripassare per Shegar. Impresa difficile, che ho rimandato a domani. Oggi mi accampo presso Chözang.

 

Bambine Tibet28/10/2007: Chözang – Tingri (locanda)

Tempo totale: 8h
Contamiglia: 65-70km
Passo: Lamna La (5109m)
Vento: forte vento contrario fino al passo, vento favorevole dopo il passo (eccetto fulminee ventate laterali)

La piccola e sconosciuta strada che porta da Chözang a Tingri é stata una delle più belle cavalcate in bici della mia vita, con paesaggi spettacolari popolati soltanto da qualche antilope coraggiosa. Ho fatto molta fatica ad individuare l'inizio del sentiero ed in molti tratti se ne perdevano completamente le tracce. Ho dovuto più volte intuirne la continuazione ed inventarmi il percorso. Inoltre fino al passo ho trovato un fortissimo vento frontale che ha reso la salita difficilissima. Poi però, superato il passo, il vento si è piegato alla sconfitta ed é girato in mio favore accompagnandomi fino alla mia destinazione: Tingri, adagiata ai piedi della collina su cui si erge il suo Dzong in rovina.

Andrea Aloi Tibet

 

Andrea Aloi Tibet Everest

 

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