Tibet


Vorrei raccontarLe molte cose, ma a stento riuscirei descriverLe le sfumature turchesi delle placide acque del lago Namtso, o i riflessi argentei della luna sulle cime innevate del Tangula, o l’odore acre ma gradevole delle lampade che bruciano burro di yak presso il monastero di Tashi Dor. Il suono delle bandiere di preghiera mosse dal vento, od il sorriso dei nomadi che ti offrono focacce d’orzo e tè al burro di yak dopo cento chilometri di cavalcata in bici.
E’ un’esperienza indimenticabile...

-Tratto dall'incipit di una mia lettera di viaggio al responsabile dell'Iron Horse Italia-



Per un certo verso il Tibet è sempre stata la meta principale del mio Viaggio. Qui dimoravano la maggior parte dei miei sogni e dei miei traguardi. Avevo infatti progettato di attraversare la Catena Himalayana in bicicletta fino a Kathmandu in assoluta solitudine ed in completa autonomia (tenda, cibo, etc...). E così è stato.
Certamente un'impresa difficile, considerando anche le decine di passi montani situati oltre quota 5000m, il forte vento quasi sempre contrario, le notti gelide, e le condizioni spesso pessime delle strade. Ho pedalato per più di 2000km (il 70% circa dei quali di sterrato) toccando l'altitudine massima di 5244m. Ho visto i primi raggi dell'alba colorare d'arancio un oceano infinito di vette, mentre nelle notti senza luna ho preparato le mie cene solitarie sotto un cielo popolato da vortici di stelle.
Ho trascorso molto tempo nell'Altopiano, e serberò per sempre nel mio cuore il ricordo del popolo tibetano.

La mia avventura é iniziata da Lhasa, dove ero arrivato con il nuovo treno proveniente da Xian (Cina). Ho montato la mia bicicletta e mi sono diretto dapprima nel freddo Nord, oltre il passo di Largen La (5190m) verso il monastero di Tashi Dor adagiato sulle rive del sacro ed immenso lago Namtso. Poi sono ritornato nella capitale, per proseguire in direzione sud alla volta di Kathmandu. Dalla Friendship Highway ho effettuato però due grandi deviazioni. La prima poco dopo la cittadina di Lathse, a ovest verso il monte Kailash. Mi sono addentrato per centinaia di chilometri nel Tibet occidentale, una delle regioni più selvagge ed ostili di tutto l'Altopiano. Purtroppo a Saga ho appreso che era caduta prematuramente neve sul monte Kailash, bloccandone i passi e dunque rendendone impossibile il kora (giro rituale buddista). Poiché tale era appunto il mio obiettivo primario sono ritornato a Latshe. Da qui nuovamente verso sud, ma al bivio poco dopo Shegar ho intrapreso la deviazione verso il Campo Base Everest (a quota 5200m). Per giungere a Tingri evitando di ritornare sui miei passi ho effettuato un lungo off-road che si è rivelato uno dei più bei percorsi in bicicletta della mia vita. Ma se non avessi avuto le esatte coordinate GPS probabilmente oggi non sarei qui a parlarvene. Tra Nyalam e Zhangmu c'è la più lunga discesa del mondo: oltre 30km per un dislivello complessivo di 1450m. Purtroppo questo lungo tratto di strada è in pessime condizioni oltre che molto pericoloso. Infine ho attraversato il confine nepalese per giungere a Kathmandu. Qui il paesaggio cambia completamente.


La mappa sottostante riporta, a grandi linee, il percorso di viaggio fino a Kathmandu, Nepal.

Tibet mappa, Andrea Aloi



QUI SOTTO TROVATE L'ELENCO DEGLI APPUNTI DI VIAGGIO RIGUARDANTI IL TIBET. SELEZIONATELI PER VISUALIZZARLI.